Gargantua e Pantagruele by Francois Rabelais

Gargantua e Pantagruele by Francois Rabelais

autore:Francois Rabelais [Rabelais, Francois]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-04-26T12:28:47+00:00


CAPITOLO XXXIII.

Come qualmente Rondibilis insegna il rimedio alle corna.

- Al tempo, riprese Rondibilis, che Giove faceva l’inventario della sua casa olimpica e il calendario di tutti i suoi dei e dee, avendo stabilito per ciascuno di essi il giorno e la stagione della sua festa, assegnato il luogo per gli oracoli e pellegrinaggi, fissato norme pei loro sacrifici…

- Fece egli, per avventura, interruppe Panurgo, come Tinteville,vescovo d’Auxerre? il nobile pontefice amava il buon vino come s’addice a ogni uomo dabbene; pertanto aveva egli gran riguardo e cura del germoglio, antenato di Bacco. Ora avvenne che per anni parecchi vide il germoglio lamentevolmente perduto causa il gelo, le brine, nebbie, galaverne, freddo, grandine e altre calamità avvenute per le feste dei Santi Giorgio, Marco, Vitale, Eutropio, Filippo, per Santa Croce, l’Ascensione e altre che cadono al tempo in cui il sole passa sotto il segno del Toro. E allora egli si fece l’idea che i santi suddetti fossero santi grandinatori, gelatori e guastatori di gemme; onde voleva trasferire le loro feste nell’inverno; fra Natale e la Typhaine (così chiamava egli la madre dei tre Re) dando loro licenza con grande onore e rispetto di grandinare in quella stagione e gelare finché volessero, non essendo il gelo allora dannoso, anzi evidentemente profittevole ai germogli. E voleva mettere al loro posto le feste dei Santi Cristoforo, Giovanni Decollato, Maddalena, Anna, Domenico, Lorenzo, vale a dire collocare mezzagosto a maggio. Niun rischio di gelo a quelle feste, tanto è vero che nessun mestiere è allora tanto ricercato come di gelatiere, sorbettiere, fabbricante di giuncate, preparatore di frascati e di vin fresco.

- Giove, continuò Rondibilis dimenticò nell’elenco delle festività divine quel povero diavolo del dio Beccunzio, il quale in quel momento era assente: si trovava infatti a Parigi, al Tribunale, per sollecitare un porco processo per uno de’ suoi sudditi e vassalli. Quando, non so quanti giorni dopo, Beccunzio seppe la birbonata che gli avevano fatta, desistè di sollecitare al Tribunale, preoccupato di non essere escluso dall’elenco e comparve in persona davanti al grande Giove allegando i suoi meriti precedenti e i buoni e piacevoli servigi che altre volte gli aveva reso e chiese istantemente che non lo lasciasse senza festa, senza sacrifizi, senza onore. Giove si scusava rimostrando che tutti i suoi benefizi erano distribuiti e che l’elenco era chiuso. Ma fu tuttavia tanto importunato da messer Beccunzio che alla fine lo incluse nel catalogo e ordinò in terra anche per lui onori, sacrifici, feste.

La sua festa, poiché nessun giorno in tutto il calendario era più vacante, fu abbinata con quella della dea Gelosia, il suo dominio fu stabilito sugli ammogliati, specialmente quelli che hanno belle mogli; i suoi sacrifizi furono: sospetto, diffidenza, malumore, appostamento, ricerca, spionaggio dei mariti sulle mogli, con ordine rigoroso ad ogni marito di riverirlo, onorarlo, celebrare la festa duplice, e compiere i sacrifici su detti sotto pena e minaccia che a coloro non sarebbe stato messer Beccunzio favorevole, aiutatore e soccorrevole, i quali non l’onorassero come è stato indicato;



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